V. Anker: Il simbolismo e gli artisti svizzeri

Titel
Miti e Misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri


Autor(en)
Anker, Valentina
Erschienen
Paris 2013: Somogy éditions d’art
Anzahl Seiten
352 S.
Preis
ISBN
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Provenzale Veronica

Questa nuova pubblicazione sul simbolismo, non a caso da ritenersi una delle correnti artistiche più significative del XX secolo, accompagnava l’omonima esposizione organizzata congiuntamente dal Kunstmuseum di Berna e dai Museo Cantonale d’Arte e Museo d’Arte di Lugano, e presentata nelle rispettive sedi tra aprile 2013 e gennaio 2014. Il catalogo alterna i saggi di diversi autori a un significativo assortimento d’immagini di opere d’arte, a testimonianza della eterogeneità delle espressioni nell’ambito di questo movimento internazionale, con particolare riferimento alle arti figurative. Tra gli autori che hanno dato il loro contributo al catalogo spicca la figura di Valentina Anker, ideatrice e curatrice della mostra, e soprattutto esperta del simbolismo svizzero, già autrice nel 2009 di un’opera di riferimento quale Le symbolisme suisse. Destins croisés avec l’art européen. Anche questo volume si avvantaggia della presenza della curatrice, nella formulazione di un preciso percorso di lettura storico-artistica che si svolge attraverso le particolarità del simbolismo, come pure nella selezione di temi e di opere significativi per la comprensione del movimento.

Il volume si presenta difatti come un’occasione di approfondimento ulteriore di contenuti e opere propri al simbolismo svizzero, in particolare attraverso il confronto con altre aree culturali, nella fattispecie europee. Così, nel presentare in maniera circostanziata i numerosi aspetti del movimento, vari studi ne mettono in luce per prima cosa l’internazionalità: sin dalla sua nascita alla fine dell’Ottocento, il simbolismo valica i confini e si sviluppa in tutta Europa, affermandosi innanzitutto come corrente di pensiero, caratterizzato da una inesauribile mutevolezza di linguaggi e di stili. Al contempo, attraverso i vari contributi – partendo dal simbolismo svizzero e passando in rassegna quello francese, belga, austriaco, fino a quello italiano – il simbolismo si rivela come un campo dove gli artisti elvetici non solo esprimono al meglio la loro poetica, ma anche vi hanno un ruolo innovatore e di primato. «Il simbolismo si confaceva all’indole individualista degli artisti svizzeri», i quali «traevano originalità artistica dalla loro situazione esistenziale e dal legame con le origini » (Matthias Frehner). Sia quindi in Germania, in Italia o in Francia, il lavoro degli artisti svizzeri migra (obbligatoriamente, perché il pensiero ha necessità di apertura, di confronto) e assume rilevanza, mescolandosi e allacciandosi con quello dei colleghi europei.

Un altro aspetto cruciale del movimento, ribadito in vari saggi, è la sua manifestazione trasversale agli ambiti artistici: per quanto sorto inizialmente nel campo della letteratura e della poesia, il simbolismo si esprime in varie arti, dalla pittura alla grafica, dalla scultura all’architettura, dalla danza alla musica, e sono i suoi stessi protagonisti – gli artisti – a rivendicare il superamento delle barriere di genere, in nome di un’arte unificata che risponda alla dissoluzione delle definizioni e delle certezze.

In comune a tutti è infatti la ricerca di un nuovo senso – profondo, recondito, indicibile – e di viva materia per l’ideazione di un nuovo mondo, di un nuovo linguaggio e di una identità rinnovata. A fronte della crisi generale di valori che scuote le strutture ancestrali e nega ogni certezza precedente, sorge un nuovo approccio, visionario, laddove l’artista assurge al ruolo di oracolo – «Artista, tu sei sacerdote!» sarà il grido di Joséphin Paladan, magio del Simbolismo – il solo in grado di sondare le profondità dell’animo umano e della natura, di vedere oltre il visibile e di dare forma all’“altrove”.

Il volume prosegue quindi con il sondare i temi prediletti dal simbolismo, in primo luogo – e in particolare per quanto concerne gli artisti svizzeri – la Montagna, vera e propria culla di una nuova estetica, con i suoi specchi d’acqua, le nuvole cangianti, la sua luce e le sue manifestazioni sublimi (valanghe, temporali, frane). Come pure la Natura, che nel suo senso panico e sacro abita l’intera arte simbolista, sede di quanto vi è di più puro e intatto, e al contempo fonte di mistero e di angosce. Elementi questi ultimi che incessantemente percorrono le opere simboliste, abitate da demoni, mostri ed esseri difformi (e dalla donna, ora santa ora oscura), sconvolte da paure ancestrali, dalla follia e dalla morte, ma anche trasfigurate da visioni oniriche di quiete e armonia. Al termine della lettura non vi è requie: l’immaginario simbolista sfugge a definizioni e a limiti, determinato quale è dalla incertezza e dalla complessità.

Sono numerose le immagini di opere di arte pittorica, come di disegno e di grafica, che accompagnano il lettore in questo percorso, e a esse si aggiunge qualche incursione nell’arte scultorea: un vasto repertorio rappresentativo della creatività degli artisti svizzeri (e non solo), noti e meno noti, portavoce delle quattro culture del paese, in uno studiato rifiuto di gerarchia o di classificazione che ben esprime il carattere corale del fenomeno. Al contempo, per quanto riguarda l’arte figurativa, al centro del simbolismo svizzero vi è innegabilmente la figura di Ferdinand Hodler, che funge da capofila non solo tra gli Svizzeri ma anche in campo internazionale. Interprete di temi principi e di visioni altissime, Hodler disegna una nuova mitologia (il colossale Guglielmo Tell) e trasfigura personaggi emblematici (L’Ebreo errante), dando voce a un’altra Svizzera e all’arte elvetica in genere. E al suo fianco sono le opere di Böcklin, di Segantini e degli altri artisti svizzeri, che consentono, infine, di enucleare in tutta la sua particolarità il simbolismo elvetico, il quale, per quanto aperto alle correnti straniere, mantiene irriducibilmente una propria dimensione. Una specificità tutta “nazionale” che si palesa attraverso la lettura del volume, il quale, attraverso miti e misteri, mantiene così i suoi intenti.

Zitierweise:
Veronica Provenzale: Recensione di: Miti e misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri, a cura di Valentina Anker, Paris, Somogy éditions d’art, 2013. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 156, pagine 128-129.

Redaktion
Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, Vol. 156, pagine 128-129.

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