Autorität und Wahrheit. Kirchliche Vorstellungen, Normen und Verfahren (XIII.-XV. Jahrhundert)

Autorität und Wahrheit. Kirchliche Vorstellungen, Normen und Verfahren (XIII.-XV. Jahrhundert)

Veranstalter
Historisches Kolleg (München)
Veranstaltungsort
Historisches Kolleg, Kaulbachstr. 15, 80539 München
Ort
München
Land
Deutschland
Vom - Bis
04.06.2009 - 06.06.2009
Deadline
04.06.2009
Von
Historisches Kolleg (München)

Discretio spirituum. Concezioni, norme, pratiche ecclesiastiche (secc. XIII-XV)

La questione del “discernimento degli spiriti” rappresenta un importante crocevia di interessi e di prospettive per l’attuale ricerca medievistica. Lo è in primo luogo per chi si occupa di storia della direzione spirituale. La questione del rapporto fra maestro e discepolo, variamente declinata nella tradizione filosofica antica e nella tradizione giudaica, nelle narrazioni evangeliche e nei testi cristiani delle origini, ricevette una particolare torsione in ambito monastico a partire dal IV secolo, come dimostrano per l’Occidente le Collationes di Giovanni Cassiano e più tardi la stessa Regula Benedicti. Nella diuturna lotta contro il diavolo, il monaco e con lui il suo abate sono chiamati a scoprire le insidie dell’antico nemico, a prepararsi per tempo a contrastare le sue ricorrenti tentazioni e a mirare alla perfezione spirituale. Tale tradizione monastica trae alimento sia dall’invito di I Gv. 4: “Probate spiritus, an ex Deo sint” sia da quello di Heb 5, 14: “Perfectorum autem est solidus cibus: eorum, qui pro consuetudine exercitatos habent sensus ad discretionem boni et mali”. Essa attraversa l’intero Medioevo e culmina nelle Regole per il discernimento degli spiriti che Ignazio di Loyola pose a conclusione dei suoi Esercizi spirituali. Significativamente, per la stesura degli Esercizi Ignazio attinse a un Compendio dell’Ejercitatorio del Cisneros, abate di Montserrat. Con Ignazio il discernimento si fissa nella forma di un regolato e sistematico esercizio di verifica dei moti interiori e dei comportamenti che ne conseguono: esso non solo rappresenta una pratica purificatoria, che come tale contrassegna le prime due settimane del percorso mistagogico dell’esercitante, ma apre la via a una nuova religione del cuore, imperniata su di un’attenta e scrupolosa ricerca del difficile equilibrio fra “consolazione” e desolazione”.

Una seconda accezione di “discernimento degli spiriti”, collegata alla precedente ma niente affatto coincidente con essa, riguarda la varietà dei carismi. In I Cor. 12 Paolo aveva accostato e nel contempo distinto nettamente i carismi del compiere miracoli, della profezia, del discernimento degli spiriti, del parlare in lingue e dell’interpretarle, riportandoli tutti all’iniziativa dello Spirito. In età medievale il passo paolino fu oggetto di rinnovato e specifico interesse soprattutto a partire dagli ultimi decenni del secolo XIV, in special modo in relazione al moltiplicarsi di visioni mistiche e profetiche strettamente correlate a determinati interessi e finalità ecclesiastico-politici. Non si comprenderebbe il dibattito tardomedievale intorno al discernimento degli spiriti se si prescindesse dal rilievo propagandistico assunto dalla produzione di visionarie quali Caterina da Siena, Birgitta di Svezia, Marie Robine, Jeanne d’Arc. A sua volta, la produzione di teologi quali Enrico di Langenstein, Pietro d’Ailly, Jean Gerson attesta non solamente la loro preoccupazione per un’attenta verifica dei carismi e della loro fondatezza. È in gioco una questione di autorità. Si tratta di stabilire a chi spetti nella Chiesa la parola autoritativa, e chi detenga la più alta funzione di giudizio (cfr. Rom. 12). Oltre il conflitto fra parola teologica e parola profetica e mistica, sullo sfondo di tali dibattiti scorgiamo in controluce controversie riguardanti l’autorità dottrinale dell’imperatore e dei sovrani, come pure quella del papa, dei vescovi e dei teologi: istituzioni e istanze di governo che si richiamavano a “carismi” differenti, e come tali pretendevano, l’una in contesa con l’altra, di poter variamente fondare e legittimare la propria autorità.

Tenendo conto del significativo progresso compiuto dalle ricerche negli ultimi anni, il Kolloquium dell’Historisches Kolleg intende considerare la questione del discernimento degli spiriti entro l’ambito temporale compreso tra il papato di Innocenzo III da un lato e la fine del secolo XV dall’altro. Risulta ormai storiograficamente acquisita la convinzione che a seguito delle disposizioni fissate dal IV Concilio Lateranense in materia sacramentale e del quasi contemporaneo ingresso in Occidente del patrimonio dottrinale aristotelico, precedentemente sconosciuto, le autorità ecclesiastiche avviarono un rinnovato sforzo di discernimento delle credenze e delle dottrine dei cristiani, secondo le indicazioni prospettate tra gli altri dai celebri passi di 2 Thess 2 e 1 Gv 2-3, in vista di un capillare controllo sui comportamenti religiosi e morali e sulla produzione intellettuale. Lungo questa via risulta agevole segnare il percorso che dalla nascita duecentesca dell’inquisizione degli eretici conduce fino ai primi processi quattrocenteschi per stregoneria. Nel pieno del Medioevo centrale si apre così la strada a tentativi di integrale controllo e insieme di esclusione sul piano sociale e religioso.

A questo punto vale peraltro la pena ripensare più a fondo la stessa categoria di discernimento degli spiriti, sul presupposto delle più recenti acquisizioni storiografiche e in relazione al periodo indicato. La pretesa di estendere e approfondire l’azione di verifica disciplinare e dottrinale richiese l’allestimento di nuovi saperi, miranti a discernere il vero dal falso in ambiti disparati. Il discernimento non si esaurisce su di un piano astrattamente dottrinale. La pretesa di discernere il vero dal falso comporta implicazioni morali (esigenza di distinguere il giusto dall’ingiusto) e antropologiche (esigenza di separare il puro dall’impuro). La preoccupazione di accertamento del vero, del giusto, del puro comporta sia lo scrutamento dei mondi interiori sia l’esplorazione dei legami sociali e religiosi, delle parentele familiari e delle discendenze etniche.

Non si tratta solo di svelare ogni margine di ambiguità e di dissimulazione. L’impegno al discernimento comporta la creazione di nuove tavole di riferimento morali e antropologiche e l’indicazione di codici di comportamento. Esso non si traduce semplicemente in occhiute pratiche inquisitoriali, ma presiede alla messa in opera di nuove retoriche, di nuove forme di scrittura e di rappresentazione iconografica, di nuove forme di conoscenza e di apprendimento. Di nuove norme ordinatrici della vita. In particolare la creazione da parte ecclesiastica di tassonomie rappresenta un complemento e un’integrazione fondamentale dell’opera di discernimento: non ci si vuole infatti limitare a distinguere ciò che viene da Dio rispetto a ciò che gli si oppone, ma ci si sforza di ordinare l’esistente entro forme che lo disciplinino strettamente.

In effetti, l’opera di discernimento comporta non solo competenze di “periti”, ma altresì il rafforzamento e il consolidamento delle autorità che si proclamano preposte al riconoscimento e all’instaurazione del vero, del giusto e del puro. Concezioni storiograficamente inadeguate, più o meno consapevolmente apologetiche, prospettano una visione monocentrica del potere e dell’autorità ecclesiastici medievali, riferendoli presso che esclusivamente al Papato. Almeno per il periodo in questione le cose stanno diversamente. Molteplici furono le autorità intente a contrastare credenze, dottrine e comportamenti religiosi e morali centrifughi, e preoccupate - nel fare ciò - di affermare il proprio potere, in competizione con altre.

I partecipanti al Kolloquium potranno individuare un problema, uno svolgimento ovvero uno o più casi significativi nell’ambito loro proposto. Vengono qui peraltro elencate alcune questioni che potra essere utile mettere a fuoco per cercare di ottenere un risultato ad un tempo compatto e articolato.

Potrebbe innanzi tutto risultare utile verificare se il sintagma discretio spirituum sia effettivamente presente e operante in ciascuno degli ambiti indicati, come “parola d’ordine” applicata o richiamata lungo percorsi di controllo, di verifica e di classificazione; se lungo tali percorsi si trovino richiamati i passi neotestamentari sopra indicati; come vengano letti; quali significati ed usi siano attribuiti ad essi. Si gioca qui la possibilità di conferire al progettato Convegno (e ai suoi Atti) una cornice unitaria non estrinseca.

Nel complesso, pare auspicabile che nel considerare concezioni, norme e procedure in materia di discernimento degli spiriti i relatori tengano conto altresì dei comportamenti effettivi e dei risultati concretamente conseguiti. L’impostazione data al Kolloquium tende inevitabilmente a privilegiare il punto di vista delle istituzioni che detennero il potere di discernere gli spiriti, ovvero che rivendicarono per sé tale autorità. D’altra parte, non può essere dato per scontato che la proclamata intenzione di discernere e regolare abbia effettivamente raggiunto gli esiti e le finalità prestabiliti. In altri termini, sarebbe interessante verificare se e in che misura le pretese autoritative abbiano trovato adeguata realizzazione, ovvero se e in che misura la riuscita di esse sia stata condizionata o invalidata da opacità e resistenze. In questo senso sarebbe auspicabile che negli interventi si tenesse conto non solo di formulazioni e programmi, ma anche di eventuali fallimenti; come pure di tentativi e strategie messi in opera da chi tentò di sottrarsi al discernimento, ovvero si sforzò di istituire gerarchie diverse e sistemi di valori alternativi. Uno sguardo verrà altresì rivolto verso l’Oriente bizantino, per verificare se e in che misura siano lì riconoscibili negli stessi secoli percorsi ed esiti affini a quelli dell’Occidente.

Programm

Donnerstag, 04. Juni 2009

15:00 Uhr
Gian Luca Potestà (Mailand/München)
Begrüßung/Einführung

I. Zeichen und Wahrheitsansprüche

15:15 Uhr
Roberto Rusconi (Rom)
La verità dei segni

15:45 Uhr
Diskussion

16:15 Uhr
Kaffeepause

16:45 Uhr
Elsa Marmusztejn (Reims)
Autorité et vérité dans les relations entre la papauté et les Docteurs parisiens au XIIIe siècle

17:15 Uhr
Diskussion

17:45 Uhr
Deena Klepper (Boston, MA)
The encounter between Christian authority and Jewish authority over biblical truth. About the Barcelona Disputation 1263

18:15 Uhr
Diskussion

18:45 Uhr
Buffet im Gartensaal des Historischen Kollegs

Freitag, 05. Juni 2009

09:00 Uhr
David Burr (Blacksburg, VA)
Textual authority and papal authority in Angelo Clareno’s Rule Commentary

09:30 Uhr
Diskussion

10:00 Uhr
Sylvain Piron (Paris)
Jean de Roquetaillade: dissidence par l’obéissance

10:30 Uhr
Diskussion

11:00 Uhr
Kaffeepause

II. Vervielfältigung der Machtzentren, fragmentarische Diskurse, normativer und methodologischer Pluralismus

11:30 Uhr
Robert Lerner (Evanston, Ill)
Alfonso of Pecha on Discriminating Truth about the Great Schism

12:00 Uhr
Diskussion

12:30 Uhr
Mittagspause

15:00 Uhr
Pavlína Rychterová (Wien)
Autorität und Wahrheitsdiskurs im vernakularen katechetischen Schrifttum

15:30 Uhr
Diskussion

16:00 Uhr
Kaffeepause

16:30 Uhr
Alexander Patschovsky (München)
Das Gewissen als Letztinstanz: Wahrheit und Gehorsam im Kirchenverständnis von Jan Hus

17:00 Uhr
Diskussion

17:30 Uhr
Isabel Iribarren (Strasbourg)
Les eaux prolixes de la doctrine au XVe siècle: Jean Gerson, les Célestins et les Franciscains spirituels

18:00 Uhr
Diskussion

Samstag, 06. Juni 2009

III. Textwissenschaft, Erfahrungswissen, Autoritätskritik

09:00 Uhr
Thomas Ricklin (München)
Ruggero Bacone in conflitto, fra critica della scolastica e nuova scienza

09:30 Uhr
Diskussion

10:00 Uhr
Duane Henderson (München)
Kritischer Umgang mit autoritativen Texten im 15. Jahrhundert

10:30 Uhr
Diskussion

11:00 Uhr
Kaffeepause

11:30 Uhr
Felicitas Schmieder (Hagen)
„Den Alten den Glauben zu entziehen, wage ich nicht…“ Spätmittelalterliche Welterkenntnis zwischen Tradition und Augenschein

12:00 Uhr
Diskussion

Kontakt

Elisabeth Müller-Luckner

Historisches Kolleg
Kaulbachstraße 15, 80539 München
089/2866380

kontakt@historischeskolleg.de

www.historischeskolleg.de
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